L’Ispirazione del Successo: Intervista a Franco BertoliQualche settimana fa ho avuto il piacere di essere intervistato da Imagazine, dove ho condiviso alcuni dei momenti più significativi della mia carriera sportiva e del mio percorso come coach e formatore. Oggi vi ripropongo quell’intervista, sperando possa ispirare e far riflettere su ciò che significa davvero essere il meglio di sé.

Intervista di Claudio Pizzin

 

Claudio Pizzin: Franco, hai avuto una carriera straordinaria come giocatore di volley, vincendo scudetti, coppe europee e persino un bronzo olimpico con la Nazionale Italiana. Come hai vissuto l’ascesa nel mondo della pallavolo?

Franco Bertoli: In campo ho vissuto tutto con grande intensità. Negli anni ’80, la pallavolo italiana stava crescendo enormemente, e io ho avuto la fortuna di far parte di questa ascesa, giocando in squadre come il CUS Torino e la Panini Modena. Erano anni di grande competitività, in cui ogni vittoria rappresentava non solo un successo personale, ma anche un traguardo importante per il nostro sport a livello nazionale e internazionale. Essere il capitano della Nazionale e guidare la squadra verso un bronzo olimpico a Los Angeles è stato senza dubbio uno dei momenti più significativi della mia carriera.


Claudio Pizzin: Dopo una carriera così ricca di successi, come è avvenuta la transizione verso il coaching e il ruolo di formatore aziendale?

Franco Bertoli: È stata una naturale evoluzione. Come giocatore, allenatore e dirigente, ho sempre cercato di motivare e formare le persone intorno a me. Ho capito che, mentre lasciavo il mondo del gioco attivo, il coaching mi permetteva di continuare a trasmettere quei valori. La transizione al mondo aziendale è stata fluida: anche i manager sono leader di squadre, e i principi sono spesso gli stessi. Lavoro con loro per creare spirito di squadra e gestire dinamiche complesse. Questa similitudine tra sport e business mi appassiona molto.


Claudio Pizzin: Lei ha lavorato con l’ex Commissario Tecnico Julio Velasco, vincendo tre scudetti. Che allenatore era?

Franco Bertoli: Con Velasco ero capitano a Modena, e insieme vincemmo quattro scudetti. È stato uno dei miei grandi maestri. Ha portato una visione del gioco molto innovativa. Però, non posso dimenticare Silvano Prandi, che fu il primo a puntare su di me, arrivando fino a Cavalicco per portarmi a Torino. Anche lui ha giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso.


Claudio Pizzin: Cosa significava per te indossare la maglia azzurra e guidare la Nazionale?

Franco Bertoli: Indossare la maglia azzurra era il massimo per un atleta. Essere capitano della Nazionale è stata una delle più grandi soddisfazioni della mia carriera. Vincere insieme un bronzo olimpico a Los Angeles è stato un traguardo indimenticabile.


Claudio Pizzin: Nel 1980, con il CUS Torino, siete stati la prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni. Come ti sei sentito?

Franco Bertoli: La vittoria è stata una gioia immensa e inaspettata. Per la prima volta una squadra italiana vinceva questo trofeo. È stato un risultato storico che ha cambiato il corso della pallavolo italiana.


Claudio Pizzin: Dieci anni dopo, con Modena, hai vinto la tua seconda Coppa dei Campioni. Come sono state le due esperienze?

Franco Bertoli: Nel 1990, la vittoria con Modena fu diversa. Era una vittoria inseguita e voluta dopo aver perso tre finali. Questa vittoria l’ho vissuta con maggiore consapevolezza e maturità.


Claudio Pizzin: Hai giocato per 19 anni ai massimi livelli. Qual è stato il segreto della tua longevità sportiva?

Franco Bertoli: Ho sempre messo cuore, testa e disciplina in tutto quello che facevo. Credo che la giusta scelta delle squadre in cui giocare, come Panini Modena, Robe di Kappa Torino e Mediolanum Milano, abbia giocato un ruolo fondamentale nel mio successo.


Claudio Pizzin: Quando ti sei ritirato, la Daytona Modena ha ritirato la tua maglia numero 4. Cosa ha significato per te?

Franco Bertoli: È stato un momento emozionante. Il ritiro della mia maglia è stato un riconoscimento per i miei 24 trofei vinti e per l’eredità che ho lasciato alla squadra. È un gesto che porterò sempre nel cuore.


Claudio Pizzin: Dopo la carriera da giocatore, sei diventato allenatore e dirigente. Come vedi oggi il tuo rapporto con il mondo dello sport?

Franco Bertoli: Mi trovo spesso a convegni e incontri di formazione con giovani sportivi. Cerco di trasmettere loro tutto quello che ho imparato nel corso della mia carriera. Ho anche scritto il libro “Panchine Pensanti“, in cui parlo proprio di queste esperienze.


Claudio Pizzin: Quali sono le analogie tra il gestire una squadra sportiva e un’azienda?

Franco Bertoli: Le analogie sono tantissime, perché sia nello sport che nel business si tratta di persone che lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune. La chiave è creare energia e spirito di squadra, che sono fondamentali per vincere qualsiasi sfida.


Claudio Pizzin: Parliamo del Friuli. Anche se la tua carriera ti ha portato altrove, qual è il tuo rapporto con la tua terra d’origine?

Franco Bertoli: Il mio legame con il Friuli è molto profondo. È la terra delle mie radici, della mia famiglia e di tanti amici. Ogni volta che posso, torno sempre con piacere.


Claudio Pizzin: Quali sono le tue sfide future?

Franco Bertoli: La mia sfida imminente è legata alla pubblicazione del mio nuovo libro, “L’Energia che Sei“. È un resoconto della mia vita, sia personale che professionale, con l’obiettivo di aiutare le persone a scoprire il meglio di sé. Sono curioso di vedere come verrà accolto dal pubblico.


Ringrazio Claudio Pizzin e Imagazine per avermi dato l’opportunità di raccontare il mio percorso e i miei pensieri.