Articolo su Bertoli - Gazzetta di Modena 7/2/2025Essere un mental coach non significa dare soluzioni preconfezionate, ma aiutare le persone a riconoscere il proprio potenziale e a vivere la propria crescita come un successo. È questo il messaggio che ho voluto trasmettere durante l’intervista per la Gazzetta di Modena, in cui ho parlato di performance, fallimento, fiducia e della forza dell’energia umana.


Bertoli, una vita sotto rete. Ora è un mental coach
L’ex pallavolista: «Non conta solo il risultato»

E tu, conosci la strada per il successo? A raccontare la propria è l’ambassador della Federazione Italiana Pallavolo e mental coach Franco Bertoli, classe 1959, figura di spicco per il mondo dello sport nel nostro territorio grazie agli anni da giocatore per Modena Volley nel 1983 e nel 1993.

Autore del libro “L’energia che sei“, coach Bertoli offre le sue pillole di esperienza non solo agli sportivi, ma a chiunque voglia imparare a raggiungere i propri obiettivi e a superare il fallimento, anche attraverso il racconto della sua carriera.

Prima di svelare i segreti per toccare con mano la propria vittoria personale, Bertoli premette cosa significhi per lui il successo: «Non è soltanto il risultato che conta, ma i processi di crescita che scegliamo di percorrere per i nostri obiettivi. Dobbiamo stare all’interno di questo processo e viverlo come un successo, in quanto nostra “performance”.»

Alla luce di ciò, Bertoli sottolinea che un mental coach non fornisce soluzioni preconfezionate alla sconfitta personale, perché ogni individuo è unico. Il suo ruolo è quello di aiutare le persone a dare il meglio di sé attraverso lo sviluppo del “coaching maieutico”, l’unico metodo che permette un cambiamento reale, utile a superare gli ostacoli e raggiungere i propri traguardi.

A proposito del fallimento, riconosciuto come il peggior nemico di ogni atleta (e non solo), Bertoli è molto chiaro. Nel suo libro scrive: «È fallimento, in modo più sottile, quando la vita non ci assomiglia, non sembra appartenerci.»Durante l’intervista ha precisato questa affermazione, spiegando che il fallimento non deve essere visto in modo negativo, ma come «un segnale di cambiamento da sfruttare per capire cosa non ha funzionato e migliorare.»

Il confine tra fallimento e crisi è sottile: il primo è un’opportunità per crescere, mentre la seconda è la conseguenza di una cattiva gestione del cambiamento. «Per i cinesi, la parola “crisi” significa anche opportunità», spiega Bertoli.

Essendo stato un giocatore di squadra ai massimi livelli, Bertoli affronta anche il tema della connessione tra individuo e team. In una squadra, gli scambi di energia tra i giocatori sono continui: i cosiddetti “campi unificati” rendono gli atleti un tutt’uno con la squadra, creando coinvolgimento e spingendo tutti a dare il meglio.

Per concludere, Bertoli ribadisce la sua filosofia di allenatore dello spirito: «A fare la differenza è l’energia umana del “non mollare mai”, costruita su una base di fiducia e autostima, e messa in atto con determinazione.» Questo è ciò che permette a ognuno di brillare: affrontare la sfida più difficile, quella con sé stessi, attraverso il “inner game”, il vero gioco interiore.

Benedetta Corradini, Giorgia Zanella, Alessandra Jaku
Liceo Muratori-S. Carlo, Classe 5C


Ringrazio le autrici dell’articolo Benedetta Corradini, Giorgia Zanella e Alessandra Jaku della classe 5C del Liceo Muratori-S. Carlo per aver colto e raccontato con sensibilità il mio percorso e i valori che porto avanti. Un grazie anche alla Gazzetta di Modena per aver condiviso il mio messaggio.

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