La nostra vita è fatta di “momenti” che si susseguono uno dopo l’altro, nell’arco di ogni giornata della nostra vita, in tutti gli ambienti possibili, da quelli della routine quotidiana a quelli più inaspettati e sorprendenti.
Indossiamo ora il “cappello” di chi vuole imparare da ogni cosa che gli succede, in ogni situazione con l’accortezza di non giudicare quanto ci accade, ma soltanto facendoci una domanda:
“Qual è la lezione che ricevo dal contesto in cui mi trovo?”
Per apprendere dobbiamo svuotare la mente che “mente” e con-centrarci più sul sentire che sul pensare, rimanendo assolutamente nel qui e ora, nel presente, col nostro respiro, nel corpo, dove all’interno della nostra “pelle”, considerata il confine con l’esterno, si svolgono i nostri giochi interiori che, continuamente, si interfacciano con ciò che accade al di fuori di noi.
Imparare al meglio nel “seminario della vita”. Quando parliamo con un altro essere umano, è necessario avere due livelli di attenzione:
1. la prima attenzione (esterna) verso quanto mi comunica quella persona;
2. la seconda attenzione (interna) riguarda quello che provo, sento, intuisco, interpreto come una carta assorbente che accoglie l’altro.
“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”… Uso questo ritornello per ricordarci di ritrovare in noi stessi un po’ di leggerezza in relazione a quello che ci accade attorno, aprendoci a sentirlo con un approccio che ci porta anche maggior consapevolezza e lucidità nell’accettare per “imparare con il cappello” da quanto si svolge intorno a noi, senza farci travolgere da frustrazioni, rabbia e altre emozioni che normalmente ci accecano o ci tolgono il vero senso che si cela dietro ai fatti.
Per un Mental Coach, che applica il metodo maieutico del Coaching, questa modalità costituisce la base della sua capacità di procedere alla formazione interagendo con i propri clienti, singoli o in gruppo, per comprendere le le qualità e il potenziale, in essi nascosti, da sviluppare.
In realtà quello che ho imparato dalla vita, e poi dai vari corsi che ho atteso, mi serve sicuramente anche per fare il Coach, ma, in realtà, si tratta di un modo di essere da applicare con tutti quelli che conosco e non conosco, apportando un’attenzione di ascolto, accoglienza, autenticità… che mi fa stare meglio dentro e che, immediatamente, trasmette all’altro una serenità che lo induce a dare il meglio di sé.
Perché è proprio la nostra capacità di attenzione interiore, vale a dire quanto sentiamo dentro di noi, che fa la grande differenza nel risultato di tutti i momenti che viviamo, amplificando enormemente la nostra consapevolezza di quanto sta accadendo, dandoci la saggezza di fare le domande che innescano nell’altro, o negli altri, l’emergere del loro meglio.
Iscrivetevi quindi, consapevolmente, all’Università della Vita come studenti, per essere in continua evoluzione e crescita personale, vostra e di chi vi è vicino, grazie a tutte le lezioni che vi verranno impartite dall’esistenza in ogni istante, per di più gratuitamente, contrariamente ai vari seminari che sono sempre a pagamento.
Buona Vita e Namastè
Namastè è un saluto orientale, che per me significa, vedere in chi saluto l’anima divina e pura con tutta la luce e le qualità che porta dentro di sé; di solito si accompagna unendo le mani giunte e facendo un piccolo inchino.
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