Per trovare il mio “swing”, che ho perso, questo è il momento. Non voglio trattenere nulla e dare tutto me stesso.
La metafora del golf per descrivere tre giorni con il “maestro” USA Timothy Gallwey, al Casalunga Golf Resort di Castenaso a Bologna.
Giorni che mi rimarranno impressi dentro per molto tempo.
Gallwey è considerato nel mondo il padre pioniere del COACHING, grazie alla geniale intuizione dell’InnerGame nel 1971 che presenta al pubblico americano nel 1974 con il suo primo libro “The inner game of tennis” pubblicato in italiano nel 2013 con il titolo ” Il gioco interiore nel tennis”.
Ero arrivato a Bologna al corso “Fondamenti di Inner Game” con l’idea di acquisire nuove tecniche, un metodo, altri strumenti per sviluppare le mie capacità di operare nell’area del COACHING “invece” questa parte è passata in secondo ordine.
Ho incontrato invece un grande uomo, un grande maestro di vita che già 40 anni fa ha avuto una visione e intuizione di come noi esseri umani funzioniamo, siamo e potremmo essere.
L’intuizione di Timothy Gallwey fu quella di capire e catalogare quanto succede dentro le persone e chiamarlo gioco interiore, per poi creare un metodo che ci permetta di essere tutto il potenziale che siamo.
Essere tutto il potenziale che siamo con meno interferenze possibili, rispettando la seguente formula:
PRESTAZIONE = POTENZIALE – INTERFERENZE
Questa l’essenza della filosofia che Tim ci propone con grande semplicità e che in tre giorni ha cercato di trasmetterci e spiegarci su come intervenire nel nostro processo di gioco interiore per diminuire le interferenze e far aumentare automaticamente la prestazione.
L’auto-apprendimento come modello per “essere” tutto il potenziale che siamo.
Disimparare come concetto di non essere una coppa piena per poter imparare più di quanto ci aspetteremmo.
Limitare le interferenze nell’inner game dando un simbolo Se1 a tutti quei “pensieri” come i dubbi, le paure, i giudizi che ci limitano impedendoci di realizzare il nostro vero essere come potenziale a cui diamo un simbolo Se2.
Oltre alle interferenze interne esistono anche quelle esterne, riconoscibili in quanto succede nel contesto in cui viviamo come ad esempio la cultura, la religione, la famiglia (quello che gli altri pensano di me) che incidono e contribuiscono a limitare il nostro vero se più profondo in noi.
Ci sarebbe molto altro da dire di quanto trattato da Gallwey in questi tre giorni, ma voglio mettere l’accento sul fatto che sono diventato più consapevole di come sono e come “funziono” e non è tutto.
Ora ho anche la consapevolezza che esiste un metodo studiato e testato, l’InnerGame, per poter ambire all’eccellenza, vale a dire tutto il potenziale che sono in ambito
lavorativo, familiare e personale.
Quindi per essere un buon Coach e supportare gli altri bisogna prima lavorare su se stessi.
PIÙ CONOSCI TE STESSO, PIÙ SARAI EFFICACE COME COACH.
Terg E-Belf Spiritual Coach
Grazie Timothy per quello che mi ha donato in questo incontro, per conoscermi ed essere sempre più me stesso senza “interferenze”.
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