
Leader by example – Sole 24 ore – Torino 2025
“L’ENERGIA” del mental coach, imprenditore, speaker, formatore e scrittore, con all’attivo la pubblicazione di due libri, nonché allenatore e capitano olimpionico degli azzurri del volley.
“L’Energia che Sei – Come scoprirla e trasmetterla per migliorare te stesso e le tue relazioni” è un libro uscito ad aprile 2024 (edito da Bookness): non si tratta solo di un manuale di teoria che lascia al lettore l’applicazione pratica, ma il racconto di esperienze di vita, da leggere una pagina dietro l’altra, “dalle quali si ricavano lezioni che valgono per sempre, per tutti e per un fine più alto, che è quello di migliorare sé stessi per migliorare con gli altri. Mi sento un privilegiato per aver condiviso la costruzione di questa storia”.
Il suo autore è il mental coach, imprenditore, speaker, formatore e scrittore FRANCO BERTOLI e il testo, parlando dei diversi capitoli che hanno composto e compongono la sua vita, riflette la sua convinzione che ciascuno di noi ha un’energia interiore unica, che deve essere riconosciuta coltivata e utilizzata al meglio: “l’energia non è solo fisica o mentale, ma coinvolge anche lo spirito, la parte più profonda di noi. Insegno che bisogna essere consapevoli di questa energia e imparare a gestirla, in modo da essere performanti non solo nel lavoro o nello sport e raggiungere risultati duraturi nel tempo, ma in tutte le sfere della vita. La chiave è imparare a connettersi con il proprio spirito, e questo è ciò che cerco di trasmettere attraverso il mio coaching. Le competenze sono sì importanti, ma è lo stato d’animo e la capacità di essere presenti che fanno davvero la differenza”.
Ma non solo mental coach, imprenditore, speaker, formatore e scrittore: Franco è lo stesso Bertoli allenatore e capitano olimpionico degli azzurri del volley, con cui si è aggiudicato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, prima volta sul podio olimpico per questa disciplina.
“Essere il capitano della Nazionale Italiana è stato un onore immenso, ma al di là delle vittorie, ciò che mi ha segnato è stato il senso di responsabilità e di crescita personale che ho sperimentato”.
Questo libro (insieme al precedente Panchine Pensanti, in cui Bertoli scrive non come campione plurititolato ma come padre, formatore, e dirigente | edito da Pendragon, 2019) segna il passaggio ufficiale da sportivo a coach, sportivo prima e mental dopo, iniziato molti anni prima.
“La mia prima esperienza da coach sportivo è stata emozionante e piena di sfide: è stato un grande cambiamento, ma allo stesso tempo mi sono sentito subito a mio agio nel nuovo ruolo. Ricordo con affetto le prime sessioni, quando lavoravo non solo sulle competenze tecniche ma soprattutto sulla crescita mentale e umana degli atleti. Mi sono reso conto che il mio ruolo era quello di aiutare le persone a scoprire il loro potenziale, oltre i limiti che pensavano di avere”.
Dallo sport all’attività di coaching, a cui si approccia in maniera olistica: un passaggio che avviene in modo graduale e naturale e che l’ha portato a scoprire e comprendere sempre di più l’energia interiore e la sua importanza, concetto oggi al centro del suo mental coaching.
Ma anche disciplina e presenza mentale: “come atleta professionista, ho imparato l’importanza di allenarsi duramente e con costanza, ma ho anche capito che senza una corretta gestione mentale ed emotiva, tutto il talento tecnico del mondo non basta. L’esperienza di capitano della Nazionale Italiana di Pallavolo ha sicuramente gettato le basi, ma è stato solo quando ho cominciato a lavorare con manager e professionisti che ho visto quanto fosse potente applicare questi principi anche al di fuori dello sport”.
Come coach, infatti, oggi Bertoli lavora molto anche sulla capacità di essere presenti, di concentrarsi sul momento e di gestire le emozioni in modo da trasformarle in forza positiva.
“Quando la mia carriera sportiva si è avviata alla conclusione, mi sono reso conto che il coaching mi permetteva di continuare a fare quello che amavo: guidare e motivare le persone a dare il meglio di sé. Ed è stato lì, dopo anni trascorsi come atleta e allenatore, che mi sono reso conto che ciò che imparavo sul campo aveva un valore ben oltre lo sport. Le dinamiche di squadra, la gestione della pressione, il superamento dei limiti: questi sono concetti che possono essere applicati a vari ambiti della vita, dal lavoro alle relazioni personali, non soltanto allo sport e al raggiungimento dei suoi risultati”.
BODY, la salute fisica che si ottiene attraverso la pratica di sani stili di vita, MIND, le nostre qualità a cui è legato il successo che possiamo avere nella vita, e SPIRIT, dimensione invisibile della nostra realtà ed estremamente sottovalutata, ma che può avere un impatto profondo sulla nostra vita, come parti che ci compongono.
Ma anche FIDUCIA (in me stessa, in te, in noi come team), MOTIVAZIONE (il motivo per l’azione, benzina/energia per i “nostri motori”), PASSIONE (fuoco), DETERMINAZIONE (non mollare mai, resilienza), PRESENZA (di spirito, a sé stessi), CORAGGIO (come azione dal cuore, che viene da dentro di noi), IMPEGNO (tenacia, volontà, disciplina), GRATITUDINE (amo quello che c’è così com’è, noto quello che c’è e ne sono grato, non concentrandomi solo su quello che mi manca), FELICITÀ (come gioia, entusiasmo, euforia, pace ma anche edonica ed eudemonia) come le 9 energie che, per Bertoli, sono indispensabili nell’uomo.
Questi sono solo alcuni dei concetti presenti in “L’Energia che sei”e protagonisti dei suoi speech e delle sessioni di coaching che tiene giornalmente, nonché presenza importante anche nelle attività di formazione che porta avanti con ragazzi provenienti da diverse facoltà universitarie di Milano e non solo. “Mi appassiona lavorare con i giovani, con loro è tutto un lavoro di costruzione: li aiuto a sviluppare fiducia in sé stessi e a comprendere i valori che stanno alla base del successo, non solo nello sport ma nella vita. I giovani hanno grande potenziale e voglia di fare. Tuttavia, ciò di cui hanno bisogno è una guida, qualcuno che li aiuti a canalizzare la loro energia nel modo giusto. La mancanza di direzione o di ispirazione spesso viene scambiata per pigrizia, ma io vedo ragazzi pronti a mettersi in gioco se si sentono ascoltati e supportati”.